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Grecia, la polizia fa fuggire uno dei capi di Alba Dorata

In fuga uno dei capi di Alba dorata. Il ruolo di Chryssochoïdis, ministro della fuga dei fascisti [A. Sartzekis]

La settimana scorsa è stato riferito che uno dei sette leader di Chryssi Avgi (Alba Dorata), il leader delle bande del Pireo nervis e ora deputato al Parlamento europeo, stava cercando di fuggire dal carcere usando la sua immunità parlamentare … e facendo dichiarazioni come questa da Bruxelles: “In Grecia c’è la tirannia e se non alziamo la testa, se purtroppo non scorre sangue, non riacquistiamo la libertà”, senza che si sappia se si tratta semplicemente di un’impresa armata per liberare i suoi complici. .. Ma da allora abbiamo imparato che, a parte Yannis Lagos, un altro leader, Christos Pappas, un fanatico di tutto il decoro hitleriano, è in fuga.

Pappas, uno dei criminali nazisti di Alba Dorata, ieri e oggi

Una tale cattiva condotta della polizia – un sindacalista ha detto la scorsa settimana che non c’era un rischio su un milione che i leader nazisti sfuggissero perché sorvegliati da vicino – non solo ha suscitato l’indignazione popolare, ma ci porta anche a porci una domanda molto semplice: c’è incompetenza o complicità? La domanda è tanto più fondata in quanto lo stesso Pappas era già fuggito quando i leader nazisti furono arrestati dopo l’assassinio di Pavlos Fyssas nel settembre 2013, con il giornalista Dimitris Psarras che disse che era certamente per ordine del capo Michaloliakos, far sparire documenti troppo compromettenti (cosa che Pappas non riuscì a fare completamente, documenti così maledetti erano stati trovati nella sua casa di Ioannina). Anche in questo caso, non è chiaro se questa fuga di notizie sia un’istruzione della direzione, o se Pappas si trovi in Grecia, con alcune persone che costruiscono per lui una leggenda “eroe” raccontandogli che è fuggito nella Russia di Putin travestito da monaco ortodosso, altre che è andato in Florida. Tante storie nel tentativo di evitare la questione rabbiosa, sollevata dal movimento antifascista, dalla sinistra e formulata in particolare da uno degli avvocati delle vittime, Thanassis Kambayannis, dicendo che il ministro della polizia “ha il dovere nelle prossime ore – non nei prossimi giorni o mesi – di portare Christos Pappas davanti al giudice di applicazione delle sentenze”. Se non lo fa, è totalmente incompetente o coinvolto, e in ogni caso deve dimettersi”.

 

Chryssochoïdis, ministro della fuga dei fascisti

Tuttavia, il ministro della Protezione del cittadino (il nome ufficiale del ministro della Polizia), non è un novizio in materia di “protezione dei cittadini fascisti”. Ministro del Pasok nel 1998, aveva poi lasciato andare un altro criminale di Chryssi Avgi, il cosiddetto Periandros, che aveva con i suoi complici attaccato gli studenti e lasciato un compagno morto, Dimitris Koussouris, della direzione nazionale del sindacato studentesco. Il nazista era così riuscito a sfuggire alla giustizia per 7 anni, e si era arreso solo quando gli fu assicurato che avrebbe ricevuto una pena molto inferiore a quella che gli era stata inflitta. Ma naturalmente, lo stesso ministro Chryssochoïdis è anche famoso per aver dato libero sfogo alla violenza della polizia, sia nei governi di Pasok, sotto i governi di destra-estrema-destra-Pasok nel 2010 e oggi come membro di Nuova Democrazia – si pensa a un Castaner greco, naturalmente, ma anche peggio! Non possiamo più contare le vittime della violenza della polizia, molte delle quali devono essere costantemente ricordate del loro legame con Chryssi Avgi, e in particolare deve essere fatta giustizia a Vassilis Mangos: questo giovane attivista di Volos, che partecipava alle mobilitazioni contro l’inquinamento da sostanze tossiche incoraggiate dal sindaco di estrema destra, è morto a luglio, a seguito di un pestaggio della polizia che aveva ricevuto un mese prima.

Chryssochoïdis, ministro di polizia greco, nome ufficiale: ministro della protezione delle persone, funzione: repressione e ministro della fuga dei fascisti

E lunedì 26 ottobre, Chryssochoïdis manda la polizia a terrorizzare la mobilitazione degli studenti delle scuole medie e superiori: gli studenti si sono mobilitati per settimane per ottenere la creazione di posti di lavoro per gli insegnanti, il personale delle pulizie, per l’apertura delle aule. Alle loro manifestazioni e alle occupazioni delle scuole, il governo risponde con una violenta repressione, anche da parte dei genitori di destra e di estrema destra degli studenti che cercano di rompere violentemente le occupazioni. E Chryssochoïdis ha realizzato un’impresa degna del suo carattere: gli studenti sono stati tenuti in custodia della polizia per quattro giorni, per nessun altro motivo se non la loro partecipazione a una manifestazione (solo per intimidirli, direbbe un ministro francese…). A seguito di una grande mobilitazione davanti alla prefettura di polizia (OLME, il sindacato delle scuole superiori guidato da una corrente legata alla destra del governo, denuncia una campagna di terrore e diffamazione contro il movimento delle scuole superiori), i giovani sono stati rilasciati.

Dimissioni di Chryssochoïdis, mobilitazione contro i fascisti!

Il lavoro svolto in questi giorni da Chryssochoïdis giustifica pienamente la richiesta dell’avvocato Kambayannis: dimissioni immediate! Anche se non cambierebbe radicalmente il corso delle cose, tale rassegnazione potrebbe essere sentita solo come un incoraggiamento alle mobilitazioni, in un contesto in cui ovviamente la presenza del Coronavirus è stata e sarà un pretesto per frenare i pieni diritti. Una tale richiesta, pienamente giustificata, potrebbe essere un fattore di unità della sinistra, dei lavoratori, dei giovani, degli immigrati, permettendo naturalmente di mettere in discussione tutta la politica della destra revanscista, sia che si tratti, tra l’altro, dei suoi legami con i fascisti e della repressione delle lotte, sia che si tratti della mezza età che il ministro dell’Istruzione cerca di imporre dalla scuola all’università. Per quanto riguarda i fascisti, il pericolo rimane ovviamente permanente, sia che si tratti dei maltrattamenti di Michaloliakos ai giornalisti che hanno scritto sulla denuncia del loro leader, sia che si tratti dei loro complici antisemiti di Salonicco che hanno appena profanato ancora una volta il monumento dell’Olocausto. Possiamo vedere che la lotta antifascista e antirazzista è un compito a lungo termine che il movimento operaio e i giovani devono intensificare.

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